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Cosa significa ‘assenso’?

L’assenso è uno dei vari metodi per prendere una decisione, come ad esempio:

  • decisioni autocratiche: una persona decide;
  • voto di maggioranza: la maggioranza decide;
  • consenso: tutte le persone sono d’accordo;

La maggior parte dei gruppi usa un misto di questi metodi durante le proprie riunioni. L’assenso è il metodo decisionale predefinito nella sociocrazia e in poche parole significa prendere una decisione in assenza di obiezioni.

Assenso = assenza di obiezioni

Decisioni politiche e decisioni operative

Usiamo l’assenso per prendere decisioni politiche, cioè quelle decisioni attraverso cui regoliamo e definiamo le modalità e le procedure alla base del nostro lavoro. Ad esempio, sono decisioni politiche:

  • scegliere chi ricopre il ruolo di facilitazione nel nostro cerchio;
  • formare un sotto-cerchio;
  • definire la procedura per le nuove assunzioni;
  • elaborare degli obiettivi trimestrali per il dipartimento.

Invece, non usiamo l’assenso per le cosiddette decisioni operative, cioè quelle che realizziamo costantemente nel lavoro quotidiano come membri di un cerchio o detentori di un ruolo), perché sarebbe impensabile oltre che inefficace. 

Diciamo che un gruppo vuole risolvere un problema e ci sono diverse opzioni tra cui scegliere. Tipicamente, ogni persona del gruppo avrà una preferenza. Tuttavia, all’interno di un gruppo, non saremmo in grado di prendere decisioni se ogni persona insistesse nell’ottenere la propria opzione preferita. Quindi ampliamo le opzioni possibili includendo anche cose che sono all’interno del nostro margine di tolleranza.

Nessuna obiezione può essere ignorata. Quando ci sono obiezioni, dobbiamo modificare la proposta. L’assenso è raggiunto quando ogni singola persona dichiara di poter tollerare la proposta, cioè ritiene che la proposta sia sufficientemente buona per ora e sicura per provare.

La proposta è “sufficientemente buona e sicura per provare?”

Come prendere una decisione per assenso

Il processo decisionale per assenso si sviluppa in tre fasi: dopo che un membro del cerchio presenta una proposta, la persona che facilita la riunione guida:

  1. Un giro di domande di chiarimento: per comprendere la proposta come è stata intesa dalla persona proponente, la quale risponde alle domande;
  2. Un giro di rapide reazioni: per dare a tutte la possibilità di esprimere brevi commenti che svelano il sentimento di gruppo e/o eventuali idee rispetto alla proposta; la proponente ha quindi la possibilità di fare modifiche alla proposta iniziale;
  3. Un giro di assenso e obiezioni: per prendere una decisione, la proponente rilegge la proposta (con eventuali emendamenti informati dai giri precedenti) e si fa un giro in cui ogni membro del gruppo potrà decidere di dare il proprio assenso o esprimere un’obiezione. Le persone daranno il loro assenso se ritengono la proposta sufficientemente buona e sicura da provare e obietteranno se sono convinte che la stessa porterà effetti negativi tali da impedire al cerchio di raggiungere il suo scopo.
Schema del processo decisionale per assenso.

Nel caso in cui emergano una o più obiezioni, il gruppo ascolta e cerca di comprenderne la preoccupazione e ne esplora le possibilità di integrazione. Le obiezioni sono infatti un’opportunità per migliorare la proposta e perseguire con maggiore efficacia il nostro scopo comune. (Leggi di più sulle obiezioni e come integrarle).

Per comprendere meglio cosa significhi esprimere un’obiezione, è importante soffermarsi brevemente sull’idea di margine di tolleranza.

Margine di tolleranza

Il concetto di “margine di tolleranza” si riferisce a quel campo di opzioni poste tra la nostra preferenza personale e ciò a cui ci opporremmo.

La propria preferenza personale sarà ciò che sceglieremmo se decidessimo da sole e per noi stesse. L’obiezione è ciò che invece non potremmo tollerare: è tutto ciò che non si è disposti ad accettare perché interferirebbe con il proprio lavoro.

L’area di tolleranza è tutto ciò che potrebbe non essere di nostro gradimento, ma con cui potremmo lavorare. Ad esempio: come vegetariano un po’ schizzinoso, mangiare cavoletti di Bruxelles per cena potrebbe non essere la mia opzione preferita (non li farei mai se fossi da solo), ma li mangerei se fossi a casa di una mia amica per cena e lei decidesse di cucinarli. Invece, mi opporrei ad un piatto di carne.

Le obiezioni e come integrarle

Cos’è un obiezione

Il lavoro che facciamo insieme (il nostro scopo) è il terreno per valutare cosa “funziona” e cosa no.

Per esempio, se lo scopo del nostro cerchio è “gestire un locale per concerti”, allora ogni decisione che violi la sicurezza antincendio e rischi di farci perdere la licenza per organizzare eventi sarebbe una proposta a cui dovremmo opporci. Questo dimostra quanto sia importante avere uno scopo condiviso in modo da poter decidere quali decisioni siano accettabili – altrimenti la gente deciderebbe sempre e solo in base alle proprie preferenze.

Quindi, quando una determinata proposta pone un rischio per la capacità del nostro cerchio di perseguire lo scopo condiviso, un qualsiasi membro del cerchio può esprimere un’obiezione: quindi il cerchio ascolterà le motivazioni e la spiegazione di come la proposta sia in contraddizione con lo scopo, in modo da poterla migliorare. Infatti, un’obiezione non va vista come un’azione di blocco, ma come un arricchimento del processo decisionale: chi obietta rivela informazioni di valore di cui probabilmente i membri del gruppo non erano ancora a conoscenza.

Illustrazione di come decidere per assenso significhi includere sia la propria preferenza, sia il margine di tolleranza; obiezione significa che c'è rischio che la proposta comporti un danno alla nostra capacità del cerchio di perseguire lo scopo.

Integrare un’obiezione

Integrare una o più obiezioni porta contemporaneamente vari vantaggi:

  • Ascoltiamo informazioni preziose (sotto forma di obiezioni);
  • Esprimiamo la nostra creatività per trovare un modo per superare l’obiezione modificando la proposta;
  • Aiutiamo i membri del cerchio a conoscersi e ad apprezzarsi di più;
  • Rassicuriamo ogni componente del cerchio sul fatto che la sua persona, le sue idee e le sue preoccupazioni sono benvenute.

Ci sono vari metodi semplici e utili per integrare un’obiezione.

Comprendere la preoccupazione

Cerchiamo di essere curiosi di capire qual è la preoccupazione alla base dell’obiezione. Non tutte le obiezioni saranno espresse chiaramente all’inizio dalla persona che obietta, ed è responsabilità del gruppo raggiungere una comprensione profonda, ad esempio facendo domande; ad esempio, “Cosa pensi possa accadere se mettessimo in pratica questa proposta?”. Le obiezioni sono infatti definite come una preoccupazione rispetto al fatto che la realizzazione della proposta interferisca negativamente con lo scopo del cerchio.

A questo punto, possiamo rivedere il contenuto della proposta, anticipare la data di revisione della proposta e/o misurare la preoccupazione. Inoltre, possiamo sottoporre la questione a un altro cerchio (con un focus più specifico o uno con una visione più ampia) e ottenere un riscontro che informi la nostra presa decisionale. Vedremo esempi di tutte queste opzioni. 

Modificare il contenuto della proposta

Questo è il modo più ovvio per integrare obiezioni. Cosa possiamo cambiare o aggiungere per migliorare la proposta? Modificare una proposta è una strategia molto ovvia e le opzioni sono innumerevoli e dipendono fortemente dal contesto.

Anticipare la data di revisione

Nella sociocrazia, ogni accordo o decisione politica ha una data di revisione, affinché il cerchio possa valutarla e migliorarla oppure confermarla per un altro periodo di tempo. Il vantaggio di inserire una data di revisione è quello di ricordarci della nostra decisione politica, di mantenerla viva nel tempo e di poter cambiare e aggiustare le cose in caso emergano nuove informazioni, sfide o mutamenti nel contesto in cui agiamo.

Quindi, in caso un membro del cerchio esprima un’obiezione, è possibile che acconsenta a sperimentare la decisione per un periodo di tre mesi, anziché sei? Solitamente questo stratagemma aiuta a trovare l’assenso da parte di tutti i decisori. Poi, se vedremo che la politica ha portato risultanti negativi rispetto al previsto, il momento di revisione della politica precedentemente adottata ci consentirà di apportare le modifiche necessarie perché possa invece contribuire alla nostra capacità di perseguire il nostro scopo comune. Nel frattempo, avremo anche imparato un po’ di più a sperimentare e innovare come gruppo. 

Misurare la preoccupazione

Un altro modo per integrare le obiezioni è quello di misurare la preoccupazione. Ogni preoccupazione può essere potenzialmente valida. Spesso, nelle organizzazioni tradizionali, una proposta viene abbandonata se un membro del gruppo ha delle perplessità. Nella sociocrazia, invece, ampliamo la visuale misurando la preoccupazione. Cioè, piuttosto di non prendere alcuna decisione, facciamo una prova (con l’assenso di tutto il cerchio) misurando l’impatto della nostra decisione politica per poi valutarne l’efficacia e gli effetti durante il momento di revisione

Consiglio: verifica per tempo l’assenso nel cerchio.

In generale, l’idea alla base dell’integrazione delle obiezioni nella sociocrazia è “come possiamo rendere la proposta sufficientemente sicura senza fermare il processo?”. Non vogliamo impedire un avanzamento del gruppo, quindi, se c’è un sostanziale disaccordo su un argomento, invece di abbandonarlo del tutto, cerchiamo di comprendere meglio quali sono gli aspetti di divergenza o disaccordo e di esplorare insieme eventuali miglioramenti.

Se spingiamo per verificare l’assenso su una proposta per tempo, avremo anche la possibilità di sentire presto eventuali obiezioni e dedicarci alla ricerca di una soluzione che affronti l’obiezione. È importante creare una cultura organizzativa in cui le persone si sentano a proprio agio nel sollevare obiezioni, trasformando apparenti difficoltà in opportunità per apprendere e migliorare continuamente.

I presupposti per decidere per assenso

Il processo decisionale basato sull’assenso può essere utilizzato facilmente in qualsiasi tipo di gruppo o organizzazione non sociocratica. Tuttavia, è importante essere consapevoli del fatto che ci sono dei requisiti perché il processo decisionale con l’assenso possa funzionare.

Queste precondizioni sono state formulate da Gerard Endenburg, il fondatore della sociocrazia, il quale definì tre requisiti affinché un gruppo possa prendere decisioni per assenso:

  • Il gruppo è in grado e disposto a discutere insieme per un tempo sufficiente a risolvere le obiezioni;
  • Il cerchio condivide uno scopo comune;
  • C’è chiarezza su quali siano i membri – e quindi i decisori – del cerchio.
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