Perché una no-profit?

Fin dall’inizio era chiaro che SoFA non sarebbe stata un gruppo di consulenza; i membri della SoFA fanno anche lavoro di consulenza e coaching, ma come SoFA sosteniamo un grande ecosistema, non solo il lavoro di alcuni clienti.

La differenza diventa più chiara se la si guarda in questo modo: un gruppo di consulenti avrà dei clienti, e trarrà beneficio dall’avere una buona relazione con essi.

• Ma chi creerebbe connessioni tra tutte quelle persone che desiderano imparare e crescere in autonomia?
• Chi svilupperebbe quei progetti, risorse e modelli che sostengono tutte le persone ma che non portano reddito?
• Chi lavorerebbe per creare coesione e apprendimento trasversale?

È qui che entra in gioco il supporto del movimento. Siamo come il fertilizzante tra le radici.

Un’organizzazione che possiede se stessa

Essere una no-profit è anche il più vicino possibile al nostro ideale di un’organizzazione che non è di proprietà di una o poche persone, ma un’organizzazione che possiede se stessa.

Crediamo che un sistema di governance non debba essere posseduto. Dovrebbe essere comunemente co-creato e gestito come una lingua. Non si può possedere una lingua, e nemmeno i processi collettivi.

Ecco perché la sociocrazia deve essere un bene comune, di proprietà di tutte e di nessuno, che può essere libero di evolvere.

Per cosa spendiamo i soldi?

La risorsa più preziosa in questi tempi è il tempo e l’attenzione. Ecco perché più dell’80% del nostro budget operativo va a pagare salari decenti a persone che hanno a cuore questo lavoro e hanno le competenze, l’esperienza e le connessioni per rendere questo movimento più forte.

Il lavoro di supporto al movimento non è sempre affascinante o visibile. Si tratta di ripulire le liste, correggere i bug nei siti web, fare immagini per le dispense, tradurre i contenuti, seguire i volontari, controllare le persone che sono state formate e stanno implementando, aiutare gli studenti a trovare organizzazioni per i casi di studio. A volte è un lavoro visibile e pagato. E a volte è un lavoro visibile e non retribuito – come alcune conferenze e i costi di viaggio associati. Pensiamo che siano tutti necessari, e valutiamo quello che facciamo in base a quanto pensiamo sia utile per contribuire al movimento.

Crediamo nella sociocrazia come contributo positivo alla società.Vogliamo un processo decisionale alla pari nel mondo – libero come l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo.